martedì 21 agosto 2012

Ciao tesorini...siete ancora in vacanza?

E' vivo il ricordo di ogni giorno, ogni nuova esperienza di questa mia nuova vita mi ricorda quel giorno di qualche anno fa...
19 anni. Nuova esperienza. Nuova città. Studentessa fuori sede. Nuova casa. Una stanza tutta per me. La libertà mai avuta. Con un desiderio inappagato.

Fare sesso per la prima volta.

Eppure non me la sentivo proprio di ritenermi vergine. I bollenti spiriti dell'infanzia, un paesino e un padre troppo all'antica. Possibilità di esperienza: zero. Tutte cose che mi avevano portata a ricercare appagamento nell'intimo autoerotismo.
Ero un'esperta. E il mio sesso non poteva ritenersi di certo inesplorato. Credo di averci inserito proprio di tutto. Eppure era una pratica che non facevo più da troppi anni. Certo la masturbazione era storia quotidiana, sotto le lenzuola, ma troppo rischioso era perdersi con tra le gambe oggetti non proprio mimetizzabili, in una casa dove le chiavi non esistevano tanto quanto l'intimità.

Ricordo ancora la prima sera. I miei genitori dopo avermi accompagnata e dato una mano a sistemare la stanza, mi avevano salutata tra le lacrime (anche del babbo). Era domenica, e le altre coinquiline sarebbero arrivate la mattina seguente. Avevo la tv, ma per un problema di impianto guasto, non era servita ancora dall'antenna. Avevo visto e rivisto le foto di tutti i miei familiari e amici, sulla compatta che mi ero portata.

Non avevo molto altro da fare, e standomene a letto elettrizzata cominciai a immaginare la mia vita da li a breve. La voglia quotidiana di rilassarmi donandomi piacere unita ad una libertà/intimità mai avuta prima, mi portarono a festeggiare la mia prima notte da donna emancipata riscoprendo quell'autoerotismo spinto, compagno fedele della mia infanzia curiosa e sfrenata.

Andai subito in cerca di qualcosa di adatto, per la casa, ma non trovai nulla di indicato, per forma e dimensioni. Non avevo più da anni la mia adorata spazzola dal manico in legno verniciato e liscio. Un naturale fallo, dalle dimensioni e forme improponibile, ma troppo invitanti. Andai in cucina, niente ortaggi, niente frutta fallica, le bottiglie d'acqua, le mie, tutte di plastica e dalla forma per la quale solo il tappo si sarebbe potuto dimostrare utile. L'unica cosa che ritenni accessibile fu una bottiglia di vino, di vetro, ancora chiusa. Il problema era che non era mia, ma l'eccitazione era salita troppo e non ce la facevo più a girare per la casa. Non ne fui subito convinta, e ancora vestita in cucina, col frigo ancora aperto, comincia a passarmi il collo della bottiglia tra le gambe. Con una mano mi reggevo allo sportello del frigo, con l'altra pressavo la bottiglia sul mio sesso.

La pressione tra l'intimo e le mie labbra mi fece percepire quanto realmente fossi ormai bagnata e andata.

Chiusi tutto e mi rintanai sul mio nuovo letto. Tolsi di corsa i jeans e ricordo ancora il senso di liberazione. Godere a gambe aperte e tutt'altra cosa. Invece a casa ero spesso costretta a farlo col pigiama a mezza coscia che limitava il tutto. Non persi tempo in romantici preliminari, non c'era tempo per capezzoli, dita e clitoride. Desideravo troppo sentirmi invasa da qualcosa di grosso dentro. Non ho molti particolari da raccontare

Non riuscii a durare molto. Il collo della bottiglia era tutto dentro e quasi mandavo giù anche la parte a maggior diametro. Mentre l'altra mano andava giù pesante sul clitoride. Le gambe a massima apertura. Non conoscendo ancora l'acustica della stanza, soffocai un orgasmo indescrivibile per non dare subito notizia di me ai vicini, nel modo non più adatto.

Immortalai quel momento con una fotografia che ancora conservo.

Ricordo che il giorno dopo, a pranzo, ero da sola con una delle due coinquiline conosciuta qualche ora prima. Fu un pranzo piacevole, a parlare di tutte le mie aspettative sulla nuova vita.

Per festeggiare volle stappare la bottiglia di vino che mi aveva fatto compagnia la sera prima. Nonostante io l'avessi passata abbondantemente sotto l'acqua, lei nel sentirne l'odore del vino appena stappato, mi sottolineò uno strano odore, ma non gli diete molta importanza..

..sapevo bene di cosa si trattasse..

Quella bottiglia di vino aveva nel destino la mia svolta, in tutti i sensi.