martedì 20 marzo 2012

Pronta a soddisfare le tue voglie...

Ciao tesorini...chi gioca con me?? Non dimenticate il sexylotto e sexysoccer...il fortunato potresti essere proprio tu!!! kississimi <3

martedì 13 marzo 2012

Un incontro particolare...questa è tutta per voi porcellini..


E' successo nell’estate 2010. Qualche giorno prima avevo compiuto ventisei anni. Avevo conosciuto Maialone (l’ho sempre chiamato così) in rete un mese prima. Avevo capito subito dai suoi discorsi che era un uomo rozzo, maschilista, cafone e ignorante. Lui era un muratore di 40 anni. Dalle foto che mi aveva inviato, sapevo che era uno scimmione peloso, non molto alto, muscoloso. Abbiamo iniziato con scambio di messaggi erotici, poi siamo passati a dialoghi… più spinti, sesso virtuale (prima solo scritto e dopo anche tramite telefono), alla fine e per la prima volta ho iniziato a fare uso di webcam. Ma ho sempre rifiutato le sue proposte di un incontro reale.

Quel giorno ero sola in casa. Mi ero già cambiata. Aspettavo il mio ragazzo per uscire. Ho sentito suonare alla porta e ho aperto senza pensarci. 
“Ciao ciucciacazzi” . Era Maialone. Non ho avuto nemmeno il tempo di rendermi conto. Lui è entrato in casa con forza e ha chiuso la porta. “Bella pompinara… Finalmente puoi conoscere direttamente il mio membro… E’ un mese che aspetto di fartelo succhiare” . Mi è saltato addosso e, stringendomi alla vita, mi ha trascinata velocemente in camera. Ho avuto paura per il suo modo di fare deciso e prepotente. Ho fatto resistenza ma non ho urlato. Il mio corpo, le mie gambe erano immobilizzate dal suo corpo. Il mio viso era schiacciato dal suo. La sua lingua cercava la mia bocca. Più tentavo di ribellarmi, più forte lui stringeva, quasi soffocandomi, tutto il mio corpo. Sembrava volesse sbranarmi, come un animale feroce con la sua preda. Ansimavo ed ero sudata per la lotta. Tentavo di allontanare la sua bocca dalla mia. Cercavo di proteggermi il viso con le mani. Cercavo di colpirlo con una ginocchiata in mezzo alle gambe. Non volevo essere baciata nella bocca. Sorpresa e infastidita dalla brutalità di Maialone, gli ho dato un morso nella mano e lui mi ha risposto con uno schiaffo non forte ma deciso, tanto per farmi capire con chi avevo a che fare. Non ho pianto. Nonostante mi agitassi, Maialone mi ha immobilizzata, è riuscito a tirarmi giù il top, a strapparmi la gonna, a toccarmi tutta. Mi ha costretta ad aprire la bocca ed è riuscito a baciarmi, penetrandomi prepotentemente con la sua lingua. Un bacio forte, feroce, interminabile, da lasciarmi senza fiato. Speravo finisse in fretta: non mi piaceva subire un bacio intimo in quel modo. La sua lingua spingeva la mia, la sbatteva qua e là, si muoveva velocemente dentro la mia bocca. Io non collaboravo, ma ero in balìa della prepotente irruenza di quel selvaggio. Tremavo tutta, sudavo. Facevo sempre più fatica a opporgli resistenza. Maialone mi afferrava dai capelli, facendomi male, mi toccava tutta, continuava a spogliarmi, catturava i miei seni e con prepotenza li imprigionava con le sue mani ruvide, li stringeva, mi strizzava i capezzoli, infilava prepotentemente le sue dita sotto le mie mutandine, mi colpiva con sonore manate sui glutei, come se fosse il padrone del mio corpo, continuava a rivolgermi parole sconce:“Bella gnocca… Sei una strafiga... Sei veramente un gran pezzo di figa… Ti piacciono le mie email… Sentirti chiamare troia, puttana, ciucciacazzi, pompinara, bocca da pompino… La mia donna è una vacca… Tu sei una puledra da monta… Una bella ragazza come te va messa a quattro zampe… A pecora… E va montata da dietro… Va tenuta in pugno dai capelli a coda di cavallo… Per farla galoppare a colpi di membro e a suon di sberle da farle diventare il culo rosso".

Ho avuto veramente paura. Mi sono resa conto che avevo di fronte un uomo duro, che poteva diventare violento. L’ho supplicato di non farmi male. Ho lasciato cadere il braccio, che fino allora aveva opposto l’ultima resistenza. Non avevo più la forza per reagire. Maialone, allentando la presa, sorridendo maliziosamente col suo ghigno da mascalzone, mi ha infilato il suo dito rugoso nella bocca, continuando con le sue espressioni oscene: 
“Una bella gnocca alta come te... Deve stare in ginocchio davanti al mio membro... Biondina con gli occhi azzurri... Sei troppo bella per non fartelo succhiare… Voglio schiaffeggiare col mio membro il tuo bel visino acqua e sapone… Voglio riempire di sborra la tua faccia di brava ragazza… Bella pompinara” . Mi sentivo confusa, con il cuore in gola. Non riuscivo a capire nulla. Non riuscivo a connettere. Stava succedendo tutto così in fretta. Mi eccitava sentirlo parlare in quel modo. Ero in uno stato di tensione altissima. Ormai avevo addosso soltanto l’intimo, con la parte superiore ridotta a brandelli. Dentro di me c’è stata una esplosione di umiliazione, paura, rabbia, eccitazione. Ho iniziato a cercare con la lingua quel dito e ho iniziato a succhiare. Soddisfatto della mia collaborazione, Maialone mi ha ordinato di dargli la lingua, colpendomi ancora con una pacca violenta sul sedere. Come in trance, ho ubbidito. Sono entrata con la mia lingua timidamente dentro la sua bocca e lui se ne subito impadronito, risucchiandola e non lasciandomi alcuna possibilità di liberarmi. Le nostre lingue si sono intrecciate e abbiamo continuato a baciarci, anche con le lingue fuori dalla bocca.

E’ squillato il telefonino. Gli ho detto che era il mio ragazzo e lui sorprendentemente mi ha lasciata rispondere. Dopo si è avvicinato a me e ha tentato di baciarmi ancora con la lingua. Io ero come paralizzata dalla sorpresa. Ero in piedi, stavo parlando al telefono con il mio ragazzo e non potevo reagire. Cercavo di allontanarlo con delle spinte, ma lui mi teneva ferma per i fianchi, mi palpava, mi toccava tutta. Ho avuto uno scatto, sono riuscita ad allontanarmi, mettendomi a sedere sul letto. Lui si è spogliato velocemente, completamente nudo si è avvicinato nuovamente, ha bloccato la mia testa, tenendomi ben salda dai capelli, e ha cominciato a strofinarmi il suo sesso sul volto. Era una situazione maledettamente intrigante. Mentre ero al telefono con il mio ragazzo, Maialone passava il suo membro su tutto il mio viso, sulle guance, sul mento, tra il naso e le labbra, cercava di infilarmelo nella bocca nei momenti di pausa in cui non parlavo, me lo strofinava sul collo, sulle orecchie, lasciando ovunque la scia del suo calore e del suo odore. Provavo sensazioni tattili sottili e sconvolgenti. Avevo in mente un turbinio di sensazioni contrastanti. Volevo fuggire, ma nello stesso tempo ero in preda a un’eccitazione che a fatica riuscivo a trattenere. Ero combattuta, disorientata, forse il caldo, la situazione, l’assalto a sorpresa, i suoi modi bruschi, quel bacio forte, la voglia di trasgressione… Il suo sesso era diventato enorme. Anch’io ormai ero al massimo dell’eccitazione. Ho lasciato in fretta il mio ragazzo.

Mi sono girata verso quell’uomo. Avevo voglia di prenderlo in bocca. Mi ero liberata delle mie paure, delle inibizioni. Avevo voglia di trasgressione. Ho indirizzato la mia bocca verso il suo sesso. Maialone non mi ha dato il tempo. Con modi brutali mi ha afferrata per la nuca, incurante delle mie proteste per i suoi modi per niente delicati, come un selvaggio mi ha strappato le mutandine, mi ha costretta a inginocchiarmi, mettendomi senza tanti complimenti il suo membro duro davanti alla mia bocca. 
“Fammi un pompino!” mi ha detto con la determinazione e la durezza di chi non è abituato ad ammettere repliche. Odiavo quel selvaggio rozzo e maschilista per come mi trattava, eppure ne ero attratta. Mi piaceva e mi eccitava ancora di più sentirmi ripetere certe parole da lui, sempre più sboccato, sempre più prepotente: “Leccami le palle… Baciale... Vai sotto con la lingua... Brava… Così… Sei una porca… Sei una porcona… Ciucciacazzi... Pompinara... Hai fatto tante storie per incontrarmi... Ora fai la porca come una puttana...” . Maialone in piedi, io in ginocchio, nuda davanti a lui, aggrappata ai suoi fianchi, accucciata tra le sue gambe, costretta da lui, spinta con forza dalla sua mano che, tenendomi in pugno dai capelli, indirizzava la mia bocca, incitata da lui, sono andata con la mia lingua sotto di lui e ho baciato e leccato tutto senza rendermi conto. I suoi modi brutali avevano un effetto ipnotico su di me. Poi Maialone ha preso la mia testa, schiacciandola e bloccandola con entrambi le mani verso di sé, e mi ha costretta a ingoiare il membro tutto dentro fino alla gola. “Tutto il membro in bocca! Prendilo tutto! Bella bocca da pompino. Brava! Così…” continuava a ripetermi, incitandomi a resistere il più a lungo possibile. Non mi ero mai sottoposta a una prova del genere, una sensazione nuova, non facile da descrivere. Mi sembrava di stare in apnea. Quando lui lo ha finalmente estratto dalla mia bocca, io ho cominciato ad ansimare e respirare profondamente, come se fossi stata chissà quanto tempo con la testa sott’acqua. Avevo la soddisfazione di chi aveva appena superato un record. Senza tregua. Maialone mi ha afferrata nuovamente per i capelli e mi ha sbattuto prepotentemente ancora il suo membro nella bocca ordinandomi di succhiarglielo. Ho ubbidito.

Non appena mi concedevo un momento di pausa, era lui che, reggendomi per l’attaccatura dei capelli dietro la nuca, sbatteva ritmicamente la mia testa verso il suo membro o mi penetrava selvaggiamente nella bocca senza alcun riguardo. Mi piaceva sentire la forza delle mani di Maialone sulla mia testa, accarezzare il suo culo muscoloso mentre spingeva dentro la mia bocca. Sentivo il suo odore di maschio, il suo sudore. Non ero un’esperta del sesso orale. Non era una cosa che praticavo spesso. Lo facevo raramente e non molto volentieri. Potevo contare sulle dita delle mani i pompini che avevo fatto al mio ragazzo in anni di fidanzamento. Non sopportavo sentire i peli nella bocca e non mi piaceva farmi venire in bocca e inghiottire. Eppure il pompino aveva sempre esercitato su di me una strana attrazione. Mi attraeva terribilmente la fantasia erotica di prenderlo in bocca. Forse perché sapevo che gli uomini lo apprezzavano particolarmente. Forse per quella prepotente invasione della intimità orale da parte del sesso maschile. O forse perché era proprio l’atto proibito che nessuno si sarebbe aspettato da una ragazza come me, che aveva la reputazione di ragazza seria, di brava ragazza. Ma se l’idea mi aveva sempre stuzzicata, in quel momento, con quell’uomo che mi costringeva a quel pompino selvaggio, io facevo i conti con la realtà della situazione. Volevo essere, almeno per una volta, trasgressiva al massimo, dominata e sottomessa. Desideravo che lui mi “usasse” nel modo più completo. Mi sentivo bella e perversa. Avevo la consapevolezza di essere una ragazza bella, con una certa personalità, intelligente, orgogliosa, che pretendeva dagli uomini il rispetto della dignità della donna e che poteva avere di più: provare il piacere della sottomissione a quel rozzo maschilista, molto lontano sia fisicamente che per i modi di fare e di pensare dal mio ideale di uomo, per me era il massimo della trasgressione. Dentro di me, scherzo della mia mente in quel momento irrazionalmente perversa, sentivo effettivamente nascere un intenso sentimento di adorazione per quel selvaggio che con la sua aria sporca faceva emergere la parte più primitiva di me. Tentavo di imitare le movenze, lo stile, i mugolii delle pornostar. Mi leccavo le labbra. Facevo tutto questo senza alcun ritegno o imbarazzo, anzi, con devozione. Volevo dimostrargli che non ero soltanto una bella ragazza, ma di essere anche più brava della sua donna. Mi impegnavo al massimo per apparire porca davanti ai suoi occhi. Questa mia sottomissione mi faceva sentire la sua puttana. Adoravo il suo membro ed era una sensazione incredibile. Era la prima volta che facevo il pompino in ginocchio. Con il mio ragazzo era diverso. Lui si distendeva, facevo tutto io... Lo sentivo in mio potere. Facevo la schizzinosa. Provavo una sensazione di disgusto non appena sentivo che stava per venire e allora spesso continuavo con la mano o mettevo in atto il mio “trucco” per non mandare giù. Tutto si esauriva nel giro di qualche minuto. Al contrario, con Maialone ero senza scelta. Era lui che mi penetrava brutalmente nella bocca e regolava a suo piacere, con le mani tra i miei capelli, i movimenti della mia testa. A me non restava altro di attendere che mi inondasse la bocca da un momento all’altro.

A questo si è aggiunto che il mio ragazzo ormai mi stava chiamando al citofono. Io, sentendolo – anche se mi eccitava l’idea che improvvisamente aprisse quella porta e mi sorprendesse in ginocchio davanti a Maialone – istintivamente ho cercato di staccare, ma lui me l’ha impedito, tirandomi per i capelli violentemente con entrambi le mani e iniziando un veloce avanti e indietro dentro la mia bocca.
"Succhiami il membro… Mentre ti scopo la bocca… Ti fotto nella bocca… Te lo avevo detto che il pompino selvaggio è la mia specialità… Questo pompino selvaggio te lo devi ricordare per tutta la vita”. Per un attimo il mio sguardo è andato verso lo specchio dell’armadio. Quel vedermi in ginocchio, schiava sottomessa, con quell’uomo, maschio dominante in piedi, padrone assoluto della situazione, con quel membro che violava a ripetizione, senza alcun ritegno e quasi con disprezzo la mia bocca piena e bagnata, le sue palle che a ogni colpo sbattevano sul mio mento, i miei seni che ballavano ad ogni sua spinta, il movimento dei suoi fianchi e del suo culo possente, scuro e peloso mentre spingeva verso il mio viso candido, mi procuravano scariche di piacere, che manifestavo mugolando al ritmo indiavolato che le sue mani e il suo sesso imprimevano alla mia testa. Per la prima volta sono venuta così: semplicemente succhiando il membro di Maialone, senza alcun contatto fisico con le mie parti intime. Emettevo continui gridolini soffocati mentre lui continuava a scoparmi brutalmente nella bocca come un selvaggio e grugnendo come un porco. I miei gemiti di piacere lo rendevano ancora più animalesco. La mia devozione scatenava i suoi istinti di maschio selvaggio. Tenendo la bocca disponibile e spalancata, attenta a inghiottire in fretta e respirare col naso per non soffocare, con rivoli del suo sperma misto a saliva che fuoriuscivano dai lati della mia bocca e sentivo colare sul mento, lo guardavo in faccia, come dire: "Sei stato bravo... mi hai riempita fino a straripare".

Io ero distrutta. Per la prima volta avevo ingoiato. Mi sentivo stordita. Maialone voleva ancora divertirsi. Prendendomi dai capelli, mi ha ribaltata all’indietro come una bambola (io ho assecondato il movimento per non farmi male), facendomi distendere sul pavimento. Si è messo sopra di me, quasi seduto a cavalcioni sul mio petto, bloccando il mio busto tra le sue ginocchia, ha cominciato a giocare col suo membro e la mia faccia, muovendosi lentamente in modo tale da fare sfiorare il suo buco dai miei capezzoli turgidi. Sentivo il suo peso, respiravo a fatica per la pressione del suo corpo. Poi lui si è disteso sopra il mio corpo, posizionandosi con il suo sesso all’altezza della mia bocca, e ha ripreso a penetrarmi. 
“Per questa volta ti scopo come si deve la bocca… La prossima volta voglio la figa e il culo… Ti sfondo tutta col mio membro… Ti scopo a pecora a modo mio… Ti piace il mio membro… Questa è la scopata senza pietà nella bocca… Sono sicuro che nessuno te lo ha fatto prendere così… E’ così che ti faccio sentire femmina… Ti faccio sentire il maschio selvaggio sopra di te”. Mi ha massacrata. Quando affondava con i suoi colpi, sollecitava al massimo il mio stimolo a tossire, mi schiacciava il viso con la sua pancia. Io mi dimenavo sotto di lui, sbattevo le gambe avanti e indietro, cercavo invano di sollevarlo. Il peso del suo corpo e il suo membro mi stavano soffocando. Mi sono lasciata andare esanime con le braccia aperte, distese sul pavimento. Forse per un istante ho perso i sensi. Forse per la prima volta Maialone ha avuto un attimo di compassione. Ma per un attimo soltanto. Mi ha afferrata ancora una volta dai capelli con i suoi modi poco delicati. Nuovamente in ginocchio davanti a lui. Ero una marionetta nelle sue mani. Maialone ha iniziato a colpirmi in faccia con la sua potente mazza non so quante volte e questo ha contribuito a farmi uscire dal torpore. “Non c’è niente di più eccitante… Schiaffeggiare col mio membro… La tua faccia pulita… Vedere come una brava ragazza… Diventa con me una gran porca… Vedere il tuo volto dolce e delicato… Pieno di sborra… Prendi… Prendi questo… E quest’altro… Così va trattata una porcona come te…”. Nella stanza rimbombavano i colpi del suo membro umido contro il mio volto. E questa è stata un’altra emozione nuova. Ero eccitata pazzamente da quel trattamento. Lui sorreggeva la mia testa dai capelli con una mano e con l’altra mi schiaffeggiava col suo sesso: un atto umiliante normalmente per qualsiasi donna, in quel momento a me dava una sensazione unica di piacere, tanto che, tentando di baciarglielo ripetutamente mentre lui mi colpiva, sono arrivata perfino a sussurrargli con un filo di voce che non c’era niente di più bello ed eccitante per una schiava dell’essere schiaffeggiata col membro dal suo padrone. Questa mia assoluta sottomissione ha dato ulteriore virilità al suo sesso: Maialone si è divertito a bagnarmi in faccia e a strofinarmelo sul volto, lasciandomi col viso tutto imbrattato, con i suoi schizzi ancora densi che penzolavano sul mento prima di cadere e scivolare sul collo.

Finalmente soddisfatto, col sorriso del maschio conquistatore, Maialone mi ha spinta all’indietro con il piede, facendomi cenno con la testa che potevo andare. Mi sono alzata a fatica. Mi sentivo sporca, bagnata, umiliata. Sono andata di corsa in bagno per rimettermi a posto. Avevo le ginocchia indolenzite e arrossite per la posizione, le mascelle e la lingua sfinite. Sentivo il suo odore su tutto il mio corpo. Appena uscita dal bagno, Maialone non c’era più. Confusa, piena di rimorsi, ho raggiunto il mio ragazzo e ho dovuto raccontare balle per giustificare il mio ritardo. Ero a pezzi, mi sentivo in colpa, non lo avevo mai tradito. Pensavo a quello che avevo fatto in quei pochi minuti, a quel pompino selvaggio, dalla prova del tutto in bocca, al pompino-scopata in bocca, alla scopata senza pietà nella bocca, per finire agli schiaffi col membro, e mi vergognavo. Tutto era avvenuto all’improvviso. Da non credere. Per dieci minuti, forse più, ho perso la testa. Avevo ubbidito agli ordini di Maialone senza rendermi conto. Tutto in una strana, ipnotica sottomissione. Poco prima quel sentirmi trasgressiva, perversa, quell’essere trattata come una schiava mi era piaciuta. Una situazione così diversa e istintiva… forte, troppo forte per potere resistere alla tentazione di non lasciarsi andare. Poi, una volta varcata la soglia di quella camera, tutte quelle emozioni erano scomparse per fare posto ai sensi di colpa.

giovedì 8 marzo 2012

Buongiorno porcellini!



Per me oggi è un giorno speciale...questa sera festeggerò in un modo un po' particolare...curiosi?

domenica 4 marzo 2012

Mi bagno solo a rileggere questi momenti...kiss porcellini dalla vostra Ladyladolce


Fui invitata ad una festa in maschera, dove il tema era abbastanza chiaro: le provocazioni delle maschere.
Solitamente non sono il tipo da feste mascherate e nemmeno di provocazioni, ma complice il periodo nero che stavo attraversando decisi di partecipare.
Scartai alcuni abiti o troppo audaci o troppo puritani.
Troppo semplice vestirsi da prostituta o da scolaretta o da cameriera: lo stereotipo delle donne oggetto nella fantasia (o meglio nei pantaloni dei maschi) è sempre lo stesso. Una donna in abiti succinti e provocante: una lolita da mangiare prima con gli occhi e poi con il resto.
Mi ricordai delle mie prime fantasie erotiche quando ripensavo ai supereroi mascherati e decisi che la provocazione primaria di una maschera è quella di nascondere. Quindi meglio di tutti l’abbigliamento da super-eroe in grado anche di nascondere l’identità.
Optai per Cat-Woman.
Mi procurai il necessario e con un po’ di fantasia ed un po’ di ritocchi ottenni l’effetto sperato. Camicetta nera con disegnati dei graffi felini e pantaloni aderenti con tanto di coda e qualche strappo reale a far vedere le mie gambe nascoste anche da dei collant strappati a dovere in qualche punto…strategico. Stivali alti alla coscia, di pelle, con tacco 12. Guanti aderenti con unghie finte ma efficaci quel tanto che basta ed, ovviamente, la classica maschera della donna felino. Sicura di me e delle mie possibilità di autocontrollo decisi di apporre una modifica ai pantaloni creando una fessura che partiva dal mio culetto e finiva dopo la mia passerina. Con la coda che copriva e non copriva l’effetto era assicurato. Mi recai cosi alla festa ed appena entrata mi trovai in un mondo fantastico: un diavolo a braccetto di un angelo, una coniglietta che saltellava allegramente accanto ad un cow boy, un soldato accompagnato da una fatina…. Tanti vestiti molto belli ed anche molto erotici. La sala dove si svolgeva la festa era un grande open-space. Sul fondo c’era la pista da ballo o per le esibizioni e gli intrattenimenti con tutt’attorno una serie di specchi e di fronte al palco una grande quantità di divanetti e poltrone su cui adagiarsi per guardare i ballerini. Su un lato il bar mentre al fondo della sala c’erano dei grossi tavoli con il buffet. Le musiche diffuse erano le solite musiche allegre e coinvolgenti delle feste mentre le luci stroboscopiche ed i faretti creavano una calda atmosfera nella sala. Alcuni laser proiettavano in continuo movimento simboli e scene erotiche. D’altra parte il tema della festa era chiaro e quindi non c’era da stupirsi… chiunque partecipava a questa festa sapeva cosa doveva aspettarsi. Mi accomodai sullo sgabello del bar lasciando la mia coda a penzolare lascivamente e chiesi un Martini. Lo sorseggiai osservando gli altri intervenuti alla festa. C’erano veramente molte maschere originali e provocanti. Come supponevo c’era una abbondanza di scolarette e di camerierine più o meno vestite, alcune fatine ma comunque potevo osservare una grande quantità di maschere differenti. Anche per gli uomini l’assortimento era vario anche se ovviamente l’abbigliamento per gli uomini è sempre meno sexy e provocante di quello per le donne e comunque, meno vario. Qualcuno (tipo un cow-boy ed un rambo) erano a torso nudo mettendo in mostra degli splendidi pettorali. Altri erano vestiti normalmente…magari il loro travestimento era quello di vestirsi elegante per uno che tutto il giorno lavora in cantiere. Non mancavano ovviamente, gli zorro, i pirati, un paio di poliziotti, alcuni indiani e via dicendo. Era proprio un bell’assortimento.
Mi colpii una piratessa veramente sexy che stava ballando con Robin Hood. Ballava in un modo estremamente arrapante muovendo il suo splendido sedere in maniera molto provocante e stuzzicando continuamente la patta di Robin Hood con la sua sciabola. Mi sentii ipnotizzata da questa piratessa e cercai di raggiungerla in pista… volevo partecipare anche io al suo ballo. Iniziai a girare intorno a loro con fare da gatta artigliano qua e la dove riuscivo e non disdegnando di artigliare anche chi mi era accanto. Misi le mani sul pacco del pompiere che era dietro di me e subito sentii il suo membro indurirsi. Lui si girò e mi strinse a se scendendo con una mano sotto la mia coda….io avevo sempre la mano in mezzo alle sue gambe e quando si accorse che la mia fica era nuda sentii il suo uccello sussultare. Poi di colpo fui afferrata per le spalle e gettata a terra. In un misto di sorpresa e di paura vidi un favoloso Batman in piedi sopra di me. Maschera, mantello, calzamaglia, guanti e niente sopra. Arrivata con lo sguardo ai suoi occhi vidi dentro di essi una luce lussuriosa ed un sorriso a metà tra il malvagio e il complice….mi potevo divertire. Ridiscesi con gli occhi e quando arrivai all’altezza del suo cavallo notai che sicuramente era ben dotato.  Trattandosi del mio nemico storico, sicuramente tutti si aspettavano  una bella lotta ed io cercai di non deludere le aspettative anche perché comunque ero incazzata dal fatto che mi aveva distolto cosi prepotentemente dal pompiere, dalla Piratessa e da Robin Hood. Cercai di farlo cadere ma ovviamente la sua forza era superiore alla mia. Lui mi si mise sopra e mi immobilizzò con le braccia e le mani aperte. Cercai ancora di divincolarmi usando i miei artigli ma la sua presa era decisamente forte. Lui si abbassò verso di me e mi sussurrò:
“Sei proprio una bella figa. Giochiamo?”
Potete immaginare la mia sorpresa e la mia eccitazione. Mi fece quindi rotolare finendo lui spalle a terra ed io sopra di lui. Lo fece in un modo cosi naturale che sembrò realistico…. Potevo aver preso il sopravvento su di lui Mi trovai quindi sopra di lui e lui guardando di lato mi disse:


“complimenti avevo proprio ragione: non solo sei una bella figa, ma hai anche una gran bella fica”.
Tutto d’un tratto mi ricordai degli specchi. In quella posizione sicuramente tutti mi stavano ammirando per bene…. Mi sentii bagnare di colpo. Lui si liberò della presa e mi mise le mani sul culo spalancandomi ancora di più. Gli sussurrai quindi: adesso gioco io e tu perdi! E cosi facendo finsi di colpirlo al capo e gli dissi di fingere di essere svenuto. A quel punto mi sedetti letteralmente sulla sua faccia ed iniziai a graffiare il suo corpo…arrivato agli slip gli tirai fuori il membro che si mostrò bello eretto. Mi guardai in giro e vidi che parecchi stavano assistendo al nostro show e che tanti erano già eccitati. Vidi parecchie mani intrufolarsi sotto le gonne e molte lingue infilarsi in altre bocche. Notai vicino  a me la piratessa di prima ed accanto a lei una meravigliosa cappuccetto rosso. Chiesi a loro di immobilizzare le gambe di Batman mettendosi bene in mostra al pubblico. Avevo infatti scelto due tra le ragazze con la gonnellina più corta in maniera che quando si fossero inginocchiate  tutti avrebbero potuto ammirare le loro grazie. Inoltre i loro vestiti erano parecchio scollati ed io potevo invece ammirare le loro tette. Mi dedicai a quel punto all’uccello di Batman ed inizia a leccare con calma tutta l’asta fino alla punta e poi una volta giunta alla vetta ricominciavo. Mi sentivo come se con la mia lingua dovessi far salire lo sperma dai coglioni fino alla cappella. Mi immaginavo la mia lingua come una calamita per la sborra che con le mie leccate la aiutava a salire per poi fuoriuscire maestosa dalla cappella violacea dell’uccello. Mi soffermai poi a dare dei piccoli colpetti alla cappella mentre il mio Batman (ovviamente ben sveglio) si godeva tutto questo. Mi guardai negli specchi a bordo pista. Vedevo nello specchio la mia lingua che solleticava la cappella dello sconosciuto e la mia immagine celata dietro la maschera della donna gatto. Era una sensazione eccitante. Nemmeno io sapevo chi era quella troia che stava succhiando cosi avidamente il membro a Batman. Poi mi sentii generosa e chiesi alle mie amiche se ne volevano un po’ anche loro. Tre lingue si avvilupparono tra loro avendo come ostacolo un membro che ovviamente era percorso in ogni suo centimetro da una lingua diversa. Un favoloso pompino a tre credo sia irresistibile per qualsiasi uomo.…. Ed infatti Batman sborro copiosamente. Un magnifico getto sali verso l’alto come una erotica eruzione per poi ricadere su di noi che ci affrettammo a pulire per bene. Notai che gli invitati alla festa avevano apprezzato e che altri ci stavano imitando. Zorro stava leccando la fica di Heidi, mentre la cameriera pompava ferocemente il membro  di un torero. Un marinaio stava scopando un infermiera mentre due scolarette erano intente a leccarsi ben bene la fica. Avevo dato il via ad un bello spettacolo ma la colpa era di Batman. Non sapevo chi era ma il suo uccello mi era proprio piaciuto. Nel frattempo la musica aveva continuato ad essere diffusa e qualcuno ricominciò a ballare in attesa delle 23 quando sarebbero iniziati gli spettacoli. Ballammo ancora trasformando il più classico dei balli di gruppo, il trenino, in una sorta di palpeggiamento collettivo. Ognuno doveva mettere le mani dove voleva ed accettare che a lui o lei fosse fatto lo stesso. Io mi ritrovai con davanti una splendida regina di cuori a cui arpionai con forza le stupende tette imprigionate in un top a balconcino. Dietro di me un moschettiere aggancio il suo vagone al mio infilandomi un paio di dita nella fica ed in curva si agganciava meglio piantandomi anche un dito nel culo. Gli strattoni continui che sentivo ed il vedere tutto questo spettacolo di mani che ricercavano e davano piacere mi fece arrivare all’orgasmo mentre stavo ballando. Non mi era mai successo ma inondai la mano del moschettiere dei miei umori.
Arrivarono le undici e gli organizzatori ci chiesero di metterci comodi sui divani per assistere ai vari spettacoli. Le regole erano semplici e chiare: non si poteva interagire con gli attori sul palco se non espressamente richiesto, mentre si poteva tranquillamente interagire fra il pubblico. Alla fine di ogni esibizione era OBBLIGATORIO cambiare di posto.
Prendemmo posto ed io mi sedetti in un divano con alla mia destra Zorro ed alla sinistra Top -Gun. Iniziarono dunque gli spettacoli.
Per primi entrarono in scena una coppia di poliziotti: lui con pantalone lungo e camicia blu con alamari aperta sul petto leggermente villoso e lei con una mini mozzafiato, camicetta azzurro annodata appena sotto il seno e con una scollatura molto generosa, calze a rete ed un paio di stivali appena sotto il ginocchio.
Entrambi ovviamente con il cappello di ordinanza. Iniziarono a passare in mezzo al pubblico effettuando qua e là qualche sporadica perquisizione che altro non era che un palpeggiamento nelle zone più nascoste. Poi puntarono decisi in direzione di una strega seduta su uno dei divanetti e senza tanti riguardi l’uomo la fece alzare, le mise le mani dietro la schiena e la ammanettò. Poi arrivò anche la donna ed insieme la portarono al centro del palco. La strega era vestita con il classico cappello, calze a rete e scarpe con il tacco, una specie di tunichetta nera con cintura dorata a manica lunga e sfrangiata ai polsi e poco più sotto al sedere. L’uomo iniziò l’interrogatorio accusando la strega di essere una jettatrice ed autrice di furti mentre lei si difendeva dicendo che era si una strega ma una di quelle buone. Iniziò a colpire sonoramente la donna con dei forti sculaccioni sul sedere, poi abbassò la profonda scollatura della tunica liberando le tette della strega e pizzicandole i capezzoli. Dal pubblico si levò un mormorio di eccitazione. Tutti sapevano cosa sarebbe successo durante quegli spettacoli, ma vedere le tette fieramente esposte e maltrattate della strega creò una scossa tra gli spettatori. L’urlo della strega fece intervenire la poliziotta che come nelle migliori tradizioni (il poliziotto buono e quello  cattivo) si mise a recitare la parte della buona prendendo amorevolmente in bocca i capezzoli della strega e leccandoli per diminuire il dolore provocato dal maschio. L’urlo della strega si trasformo in una specie di mugolio che evidentemente il poliziotto non gradi perché si tirò fuori l’uccello lo mise in bocca alla strega mentre la poliziotta per consolarle le sussurrava qualcosa nelle orecchie e ne approfittava per succhiarle i lobi. L’uomo continuava a violare la bocca della strega le cui labbra sapientemente disegnate da un rossetto nero iniziavano a luccicare delle prime gocce di sperma che le fuoriuscivano dalla bocca. La collega nel frattempo aveva iniziato a massaggiare il bel culetto della strega da sotto la sua minuscola gonna, mentre il pubblico mostrava di gradire questo spettacolo. Il poliziotto prese allora la strega e le sollevò la gonna mostrando a tutti che sotto di essa la strega non indossava mutandine, la prese con forza e la gettò a terra ed in un istante il suo membro scompari nella sua fica già bagnata. La poliziotta si chinò allora a baciarla sulla bocca in maniera che il pubblico potesse vedere lo spettacolo del culetto sodo della tutrice dell’ordine mascherato da un minuscolo tanga. Il poliziotto continuava a penetrare la strega che ormai era al culmine del piacere e si contorceva e gridava oscenità inconsulte. La poliziotta per farla tacere si sposto con una mano il suo tanga facendo ammirare a tutti la sua fica vogliosa e si sedette sulla faccia della strega che inizio a leccarle avidamente il clitoride. Lo spettacolo fini con una sborrata colossale del poliziotto sulle tette della strega che con la sua lingua sapiente regalò un orgasmo alla poliziotta. Le luci si spensero nel momento in cui la strega era immobilizzata a terra con la faccia coperta dalla vulva della donna poliziotto ed il membro dell’uomo ben piantato nella fica e con i due tutori dell’ordine che per sugellare l’arresto si scambiarono un profondo bacio continuando ad immobilizzare la strega con i loro corpi.
I fischi di approvazione del pubblico furono zittiti da una musica country che si levò nell’aria ed all’apparire in scena di un cow boy ed una cow girl. Il ragazzo indossava ovviamente i classici stivali ed il cappellone da cow boy ed era a torso nudo, mentre la ragazza dai lunghi ricci castano chiari indossava oltre al cappellone ed an magnifico paio di stivali, un top in pelle scamosciata, una micro gonna sfrangiata e, nel medesimo materiale, due  fasce sfrangiate all’avambraccio. Era veramente intrigante Come nello stile classico del west, il loro spettacolo fu subito deciso e senza inutili perdite di tempo. L’uomo si presentò di fronte alla donna e le mise con decisione una mano sulle rotonde chiappe e poi si lasciò andare su una sedia con una posa provocatoria e lussureggiante allo stesso tempo. La ragazza si mise in mezzo alle sue gambe e gli tirò fuori l’uccello dai pantaloni e si sedette a cavalcioni dell’uomo senza tanti complimenti iniziando una cavalcata che ricordava davvero le cariche di cavalleria dei film. I rumori prodotti dalle labbra della fica di lei che sbattevano con forza sulle cosce del suo compagno erano molto ma molto stimolanti e contribuivano a fare in modo che tra il pubblico qualche mano frugasse in mezzo alle gambe del proprio vicino o vicina. La cavalcata della ragazza era decisamente focosa ed i gemiti che uscivano dalle sue labbra si mescolavano ad i sospiri del ragazzo. Poi lei si rialzò e si mise a quattro zampe facendo ammirare la sua fica luccicante al pubblico che apprezzò con un applauso. L’uomo allora le sali sulla schiena come fosse un cavallo. Vederlo seduto sulla schiena di lei con il membro fieramente eretto era una visione paradisiaca per tutte le ragazze del pubblico. Lui poi si rialzo ed in un colpo solo sfondò il culo della cow girl assestando alcuni colpi decisi sottolineati dalle urla di godimento di lei che sollevò una mano da terra e prese a sgrillettarsi con foga la fica per portarsi vicino all’orgasmo che arrivò puntuale quando il cow boy con il suo membro piantato nel culo della sua collega si sollevò in tutta la sua potenza come fosse uno stallone di razza ed assestò un colpo deciso inondando il buco della ragazza di sperma. In quel medesimo istante l’orgasmo arrivò anche alla ragazza e l’unico braccio che la sosteneva (l’altro era impegnato a sditalinarsi) cedette e lei si accasciò al suolo come un cavallo domato. Il ragazzo lanciò allora il suo cappello tra il pubblico con un grido di trionfo sottolineato dagli applausi scroscianti del pubblico.
Fu la volta di una ragazza che si presentò con un mini abito bianco, realizzato in micro rete e con una semplice e gradevole minigonna. Il tutto corredato da scarpe ovviamente con tacco alto. Si presentò al pubblicò come una massaggiatrice professionista e spiegò la differenza fra l’infermiera comune e lei che aveva una specializzazione in manipolazione applicata. Ci disse che aveva bisogno di un ragazzo per poterci spiegare le varie tecniche e siccome i volontari erano ovviamente molti scese lei tra il pubblico e prese come cavia un ragazzo distinto. Lo fece spogliare dietro un paravento e quando fu pronto fece puntare un solo faro sul paravento medesimo. Il ragazzo usci dal nascondiglio ed un mormorio di approvazioni usci dalle bocche delle ragazze: indossa un completo composto da boxer e t-shirt mimetica. Niente male!!!! La ragazza si sedette quindi alla scrivania e prese una cartellina medica per iniziare a compilare il referto. Si inginocchiò di fronte a lui e con i denti abbassò gli slip e misurò il membro del paziente ancora a riposo annotandolo con diligenza sulla cartella. Prese poi a manipolarlo per alcuni minuti con movimenti semplici e costanti annotando le variazioni di misura. Mise una mano in mezzo alle gambe del ragazzo per massaggiare il suo sedere tonico e poi iniziò a leccare la cappella con piccoli colpi di lingua intervallati da una passata decisa su tutta l’asta ogni tanto. Il membro iniziava a reagire e lei con estrema professionalità, prendeva nota di ogni cambiamento nelle dimensioni. Poi ingoiò decisa tutta l’asta aspirando con forza ed iniziando un pompino mozzafiato. Dopo un paio di minuti si staccò sorridendo e si complimentò per le razioni e per le misure raggiunte. Disse poi che doveva misurare a riposo e prese in mano il membro del ragazzo e lo portò a spasso per tutto il palco come se il suo uccello fosse un guinzaglio. Scese poi fra il pubblico per farlo ammirare a tutte le ragazze presenti. Ad un paio di esse diede anche la possibilità di dare un bacio a quella cappella turgida. Poi risalì sul palco e riprese le misure, poi con un occhiata maliziosa si inumi il pollice della mano e prese a sfregarlo sulla cappella vogliosa. Le misure del membro in oggetto erano ormai quasi da record ed i fischi di approvazione del pubblico incitavano la massaggiatrice ad andare oltre. Allora iniziò a segare quell’arnese con due mani e poi prese nuovamente a leccarlo con avidità fino a che questo non fu sull’orlo di sborrare. Prese allora un contenitore e lo mise davanti alla cappella e diede un paio di colpetti al membro in modo che questo iniziasse a far fuoriuscire la sborra che raccolse nel contenitore apposito. Quando fu finito tutto, pulì per bene la cappella, controllò il contenuto del campione prelevato si liberò le tette e glielo versò sopra massaggiando con voluttà i suoi seni. Ringraziò con galanteria il paziente e si congedò dal pubblico.

giovedì 1 marzo 2012

Ciao porcellini...questa è per voi..

Vi aspetto questa sera su MSN...il mio contatto sapete dove trovarlo...kiss dalla vostra Lady!