Stavo dando un’occhiata alla posta. Trovo i soliti cinquanta messaggi: una metà da scartare a priori per evidente carenza cerebrale (una lista di domande su prestazioni, tariffe e condizioni… mi hanno preso per un concessionario?), qualcuno interessante ma troppo volgare e arrogante, altri sintetici ma promettenti (da approfondire), un paio di vecchie conoscenze che riprendono il contatto… Nel mucchio, mi colpisce questo messaggio:
Da: xxxxxxxxx@hotmail.com
A: sinsualia@xxxxxx.it
Oggetto: UN
REGALO PER ME E UNO PER TE
Ciao! Ho letto
il tuo annuncio e sono rimasto colpito da ciò che offri più che da
ciò che chiedi. Siccome faccio un lavoro piuttosto stressante e di
grande responsabilità (scadenze, customer-statisfaction…) che mi
tiene in giro per il mondo, ho deciso, per una volta, di farmi un
regalo. Vorrei incontrarti per un paio d’ore di sesso godereccio.
Le rose non sono un problema, quello che cerco è un’emozione vera,
una trasgressione fuori dal ruolo un po’ ingessato in cui sono
costretto. Sono un uomo maturo, single, di aspetto gioviale e
allegro, forse un po’ sovrappeso, alto di statura. Non posso
ospitare ma ti incontro volentieri in motel.
A
presto,
Jouliuspucchi
“Il solito uomo d'affari”, penso.
Non che li ami molto, io, i uomo d'affari. Hanno generalmente l’aria
di chi è di fretta, del money for value, guadagno-pago-pretendo.
Naturalmente ci sono le eccezioni, per fortuna, e poi non bisogna
trascurare che, materialmente parlando, sono generosi e non si fanno
problemi a contribuire alla mia causa.
Incuriosita, rileggo il
messaggio. Cosa vorrà dire quel maturo; non sarà troppo vecchio?
Non mi piace andare con i ragazzi giovani, troppo “assalto alla
diligenza”; preferisco uomini più esperti, posati,
intellettualmente stimolanti, capaci di apprezzare ciò che offro
loro. Però c’è un limite anche a questo… Non vorrei un
settantenne che mi stramazza nel letto per overdose di viagra!
La
firma è misteriosa, spero non sia un soprannome che gli davano da
piccolo o il nome del suo orsetto. Però il tono generale è educato
e gradevole. Primo esame superato. Gli rispondo dando il mio numero
di telefono per futuri contatti. Preciso nella mail che sono molto
selettiva, il che non guasta mai.
È un mercoledì mattina, sto uscendo da un concessionario Honda
dove ho appena scelto di non comprarmi la moto nuova (troppo costosa,
anche per me che sono una che si gode la vita), quando mi squilla il
cellulare. Numero visibile, ma non in memoria. Uno nuovo, dunque. Non
so se rispondere perché sono in mezzo alla strada, ma poi, più per
non lasciare arretrati che per curiosità, lo faccio. Una voce
profonda, pacata.
- Ciao, sono Jouliuspucchi.
Chi??? Ah, il
uomo d'affari maturo e panciuto.
- Ciao! Come stai? Sempre di
corsa?
- Beh, è il periodo peggiore dell’anno, da questo punto
di vista. Ma è un lavoro che faccio da tempo e so come muovermi.
-
Senti, scusa la domanda, ma toglimi una curiosità: che significa
Jouliuspucchi? È un soprannome?
- No no, è il mio vero nome. Ho
genitori stranieri.
- Ok, dimmi pure, Joulou…
- Come ti ho
scritto, mi piacerebbe vederti. Però ho bisogno di chiederti una
cosa. Io sono, diciamo, una persona piuttosto conosciuta… Possiamo
incontrarci in modo riservato?
Il tipo si fa più misterioso… Ma
non ha l’aria del maniaco.
- Possiamo andare in un motel molto
discreto.
- Posso parcheggiare all’interno?
- Chiaro.
-
Ok. Un’altra cosa: se, al posto degli euro, ti proponessi un
regalo? Quello che vuoi tu, un gioiello, un telefonino… Non bado al
valore, ma mi pare più educato e poi io sono abituato così. Se non
è un problema…
Ah, questo no. Capace che poi è roba rubata. E
poi è contro le regole. Le mie, intendo. Sto per rifiutare, quando
penso alla moto che ho appena visto. Io sparo. Se abbocca, tanto
meglio.
- Anche una moto?
- Certo. Anzi, non sarebbe la prima
volta.
Sono un po’ sbalordita. Ma questo mi sta prendendo in
giro? Eppure, mi è già successo di incontrare uomini molto ricchi a
cui piace fare gli splendidi con una ragazza giovane… Completo la
risposta:
- Andrebbe benissimo la Honda DN-01.
- Ok.
- Ah,
grafite black, se possibile!
Il tipo non fa una piega e mi chiede
solo di fissare data e luogo e precisa che mi aspetterà direttamente
in stanza. Aggiunge che, vista l’imminenza del Capodanno, si
presenterà con boxer rossi. Il dettaglio non è così confortante,
ma in ogni caso conto di toglierglieli presto.
Riattacco con una
strana eccitazione che sconfina vagamente nel sospetto. Ma io sono
così: affronto la vita con coraggio e voracità, “senza lasciare
briciole nel piatto”, si potrebbe dire.
Arrivo puntuale. È uno di quei motel in cui si accede
direttamente alle stanze, dall’esterno. Davanti all’ingresso
trovo parcheggiata una Honda DN-01. Grafite black. Busso alla
porta della 210. Ma è aperta, entro e sul tavolo vedo subito le
chiavi della moto, con un biglietto e un fiocchetto rosso. Pacchiano,
ma carino.
La camera è illuminata debolmente. Joulou è nel
letto, coperto fino al torace dal lenzuolo. Mi sorride e mi saluta
con voce sonora e allegra. Mi mette di buonumore e i suoi occhi
sprizzano allegria e eccitazione. La faccia, incorniciata da una
folta barba, esprime bontà. A dispetto dell’età, in effetti un
po’ avanzata, mi fa pensare a un bambino il giorno di Natale. Penso
che forse è da tanto che non lo fa con una donna, e quasi certamente
non con una ragazza bella come me. Naturalmente non glielo chiedo, ma
la convinzione mi dà un leggero fremito di legittima
soddisfazione.
Ha un’aria vagamente familiare. In effetti mi ha
detto di essere famoso, ma non riesco a ricordare se l’ho visto in
televisione. Mi spoglio e mi sdraio accanto a lui. Mi accarezza con
le sue grosse mani. Sono un po’ ruvide, ma il tocco è dolce. Il
suo corpo è tonico, anche se effettivamente non proprio longilineo.
Profuma di buono, un aroma di muschio e di bosco. Ricambio le carezze
e scendo lentamente verso l’inguine, fino ad incontrare l’elastico
dei boxer.
Immediatamente mi torna alla mente la sua promessa di
intimo rosso natalizio e non resisto alla tentazione di gettare
un’occhiata alla mutanda. Rossa, sì; ma di marca e di classe.
Apprezzo il dettaglio mentre scivolo con la bocca verso il suo
uccello. L’uomo è già sulla rampa di lancio. Tutto naturale,
però. Le erezioni da viagra le so riconoscere…
- Vuoi che te lo
bacio? – chiedo – Però lo impacchettiamo, eh?!
- Certo, sono
abituato ai pacchetti – sorride e socchiude le palpebre mentre gli
infilo il preservativo.
Dai mugolii capisco che Joulou apprezza il
servizio e, anzi, quando provo a proporgli di passare ad altre
combinazioni mi prega di continuare con la bocca. Cambio ritmo e
alterno diversi livelli di intensità. Sento il suo respiro crescere
e farsi affannoso, mentre inarca il bacino e viene con un gemito che
sembra scaturire dal profondo di una caverna.
Risalgo lungo il suo
corpo e resto qualche minuto sdraiata accanto a lui. Mi abbraccia
dolcemente, e sembra quasi l’abbraccio affettuoso e grato di un
padre.
Mi chiede di me, dei miei sogni, dei miei desideri. Poi mi
dice di andare.
- E non dimenticare la moto! – mi grida mentre
mi allontano.
* * *
È la mattina di Natale. Mi alzo tardi e, ancora assonnata, mi
dirigo in cucina per il primo caffè della giornata. Quasi inciampo
in uno scatolone appoggiato per terra. Poi ne vedo altri sul tavolo,
sul mobile. La stanza è piena di regali! Tutti impacchettati con la
stessa carta. Ne apro uno: proprio il nuovo modello di ipod che
volevo comprare. Un altro: un bel completo di Intimissimi. Scarto i
pacchetti con frenesia. Sono tutte le cose che più desideravo.
Mi
manca il fiato. Ma non per i doni in sé… Perché solo ora ho
realizzato che…
…ho fatto un pompino a Babbo Natale