martedì 13 marzo 2012

Un incontro particolare...questa è tutta per voi porcellini..


E' successo nell’estate 2010. Qualche giorno prima avevo compiuto ventisei anni. Avevo conosciuto Maialone (l’ho sempre chiamato così) in rete un mese prima. Avevo capito subito dai suoi discorsi che era un uomo rozzo, maschilista, cafone e ignorante. Lui era un muratore di 40 anni. Dalle foto che mi aveva inviato, sapevo che era uno scimmione peloso, non molto alto, muscoloso. Abbiamo iniziato con scambio di messaggi erotici, poi siamo passati a dialoghi… più spinti, sesso virtuale (prima solo scritto e dopo anche tramite telefono), alla fine e per la prima volta ho iniziato a fare uso di webcam. Ma ho sempre rifiutato le sue proposte di un incontro reale.

Quel giorno ero sola in casa. Mi ero già cambiata. Aspettavo il mio ragazzo per uscire. Ho sentito suonare alla porta e ho aperto senza pensarci. 
“Ciao ciucciacazzi” . Era Maialone. Non ho avuto nemmeno il tempo di rendermi conto. Lui è entrato in casa con forza e ha chiuso la porta. “Bella pompinara… Finalmente puoi conoscere direttamente il mio membro… E’ un mese che aspetto di fartelo succhiare” . Mi è saltato addosso e, stringendomi alla vita, mi ha trascinata velocemente in camera. Ho avuto paura per il suo modo di fare deciso e prepotente. Ho fatto resistenza ma non ho urlato. Il mio corpo, le mie gambe erano immobilizzate dal suo corpo. Il mio viso era schiacciato dal suo. La sua lingua cercava la mia bocca. Più tentavo di ribellarmi, più forte lui stringeva, quasi soffocandomi, tutto il mio corpo. Sembrava volesse sbranarmi, come un animale feroce con la sua preda. Ansimavo ed ero sudata per la lotta. Tentavo di allontanare la sua bocca dalla mia. Cercavo di proteggermi il viso con le mani. Cercavo di colpirlo con una ginocchiata in mezzo alle gambe. Non volevo essere baciata nella bocca. Sorpresa e infastidita dalla brutalità di Maialone, gli ho dato un morso nella mano e lui mi ha risposto con uno schiaffo non forte ma deciso, tanto per farmi capire con chi avevo a che fare. Non ho pianto. Nonostante mi agitassi, Maialone mi ha immobilizzata, è riuscito a tirarmi giù il top, a strapparmi la gonna, a toccarmi tutta. Mi ha costretta ad aprire la bocca ed è riuscito a baciarmi, penetrandomi prepotentemente con la sua lingua. Un bacio forte, feroce, interminabile, da lasciarmi senza fiato. Speravo finisse in fretta: non mi piaceva subire un bacio intimo in quel modo. La sua lingua spingeva la mia, la sbatteva qua e là, si muoveva velocemente dentro la mia bocca. Io non collaboravo, ma ero in balìa della prepotente irruenza di quel selvaggio. Tremavo tutta, sudavo. Facevo sempre più fatica a opporgli resistenza. Maialone mi afferrava dai capelli, facendomi male, mi toccava tutta, continuava a spogliarmi, catturava i miei seni e con prepotenza li imprigionava con le sue mani ruvide, li stringeva, mi strizzava i capezzoli, infilava prepotentemente le sue dita sotto le mie mutandine, mi colpiva con sonore manate sui glutei, come se fosse il padrone del mio corpo, continuava a rivolgermi parole sconce:“Bella gnocca… Sei una strafiga... Sei veramente un gran pezzo di figa… Ti piacciono le mie email… Sentirti chiamare troia, puttana, ciucciacazzi, pompinara, bocca da pompino… La mia donna è una vacca… Tu sei una puledra da monta… Una bella ragazza come te va messa a quattro zampe… A pecora… E va montata da dietro… Va tenuta in pugno dai capelli a coda di cavallo… Per farla galoppare a colpi di membro e a suon di sberle da farle diventare il culo rosso".

Ho avuto veramente paura. Mi sono resa conto che avevo di fronte un uomo duro, che poteva diventare violento. L’ho supplicato di non farmi male. Ho lasciato cadere il braccio, che fino allora aveva opposto l’ultima resistenza. Non avevo più la forza per reagire. Maialone, allentando la presa, sorridendo maliziosamente col suo ghigno da mascalzone, mi ha infilato il suo dito rugoso nella bocca, continuando con le sue espressioni oscene: 
“Una bella gnocca alta come te... Deve stare in ginocchio davanti al mio membro... Biondina con gli occhi azzurri... Sei troppo bella per non fartelo succhiare… Voglio schiaffeggiare col mio membro il tuo bel visino acqua e sapone… Voglio riempire di sborra la tua faccia di brava ragazza… Bella pompinara” . Mi sentivo confusa, con il cuore in gola. Non riuscivo a capire nulla. Non riuscivo a connettere. Stava succedendo tutto così in fretta. Mi eccitava sentirlo parlare in quel modo. Ero in uno stato di tensione altissima. Ormai avevo addosso soltanto l’intimo, con la parte superiore ridotta a brandelli. Dentro di me c’è stata una esplosione di umiliazione, paura, rabbia, eccitazione. Ho iniziato a cercare con la lingua quel dito e ho iniziato a succhiare. Soddisfatto della mia collaborazione, Maialone mi ha ordinato di dargli la lingua, colpendomi ancora con una pacca violenta sul sedere. Come in trance, ho ubbidito. Sono entrata con la mia lingua timidamente dentro la sua bocca e lui se ne subito impadronito, risucchiandola e non lasciandomi alcuna possibilità di liberarmi. Le nostre lingue si sono intrecciate e abbiamo continuato a baciarci, anche con le lingue fuori dalla bocca.

E’ squillato il telefonino. Gli ho detto che era il mio ragazzo e lui sorprendentemente mi ha lasciata rispondere. Dopo si è avvicinato a me e ha tentato di baciarmi ancora con la lingua. Io ero come paralizzata dalla sorpresa. Ero in piedi, stavo parlando al telefono con il mio ragazzo e non potevo reagire. Cercavo di allontanarlo con delle spinte, ma lui mi teneva ferma per i fianchi, mi palpava, mi toccava tutta. Ho avuto uno scatto, sono riuscita ad allontanarmi, mettendomi a sedere sul letto. Lui si è spogliato velocemente, completamente nudo si è avvicinato nuovamente, ha bloccato la mia testa, tenendomi ben salda dai capelli, e ha cominciato a strofinarmi il suo sesso sul volto. Era una situazione maledettamente intrigante. Mentre ero al telefono con il mio ragazzo, Maialone passava il suo membro su tutto il mio viso, sulle guance, sul mento, tra il naso e le labbra, cercava di infilarmelo nella bocca nei momenti di pausa in cui non parlavo, me lo strofinava sul collo, sulle orecchie, lasciando ovunque la scia del suo calore e del suo odore. Provavo sensazioni tattili sottili e sconvolgenti. Avevo in mente un turbinio di sensazioni contrastanti. Volevo fuggire, ma nello stesso tempo ero in preda a un’eccitazione che a fatica riuscivo a trattenere. Ero combattuta, disorientata, forse il caldo, la situazione, l’assalto a sorpresa, i suoi modi bruschi, quel bacio forte, la voglia di trasgressione… Il suo sesso era diventato enorme. Anch’io ormai ero al massimo dell’eccitazione. Ho lasciato in fretta il mio ragazzo.

Mi sono girata verso quell’uomo. Avevo voglia di prenderlo in bocca. Mi ero liberata delle mie paure, delle inibizioni. Avevo voglia di trasgressione. Ho indirizzato la mia bocca verso il suo sesso. Maialone non mi ha dato il tempo. Con modi brutali mi ha afferrata per la nuca, incurante delle mie proteste per i suoi modi per niente delicati, come un selvaggio mi ha strappato le mutandine, mi ha costretta a inginocchiarmi, mettendomi senza tanti complimenti il suo membro duro davanti alla mia bocca. 
“Fammi un pompino!” mi ha detto con la determinazione e la durezza di chi non è abituato ad ammettere repliche. Odiavo quel selvaggio rozzo e maschilista per come mi trattava, eppure ne ero attratta. Mi piaceva e mi eccitava ancora di più sentirmi ripetere certe parole da lui, sempre più sboccato, sempre più prepotente: “Leccami le palle… Baciale... Vai sotto con la lingua... Brava… Così… Sei una porca… Sei una porcona… Ciucciacazzi... Pompinara... Hai fatto tante storie per incontrarmi... Ora fai la porca come una puttana...” . Maialone in piedi, io in ginocchio, nuda davanti a lui, aggrappata ai suoi fianchi, accucciata tra le sue gambe, costretta da lui, spinta con forza dalla sua mano che, tenendomi in pugno dai capelli, indirizzava la mia bocca, incitata da lui, sono andata con la mia lingua sotto di lui e ho baciato e leccato tutto senza rendermi conto. I suoi modi brutali avevano un effetto ipnotico su di me. Poi Maialone ha preso la mia testa, schiacciandola e bloccandola con entrambi le mani verso di sé, e mi ha costretta a ingoiare il membro tutto dentro fino alla gola. “Tutto il membro in bocca! Prendilo tutto! Bella bocca da pompino. Brava! Così…” continuava a ripetermi, incitandomi a resistere il più a lungo possibile. Non mi ero mai sottoposta a una prova del genere, una sensazione nuova, non facile da descrivere. Mi sembrava di stare in apnea. Quando lui lo ha finalmente estratto dalla mia bocca, io ho cominciato ad ansimare e respirare profondamente, come se fossi stata chissà quanto tempo con la testa sott’acqua. Avevo la soddisfazione di chi aveva appena superato un record. Senza tregua. Maialone mi ha afferrata nuovamente per i capelli e mi ha sbattuto prepotentemente ancora il suo membro nella bocca ordinandomi di succhiarglielo. Ho ubbidito.

Non appena mi concedevo un momento di pausa, era lui che, reggendomi per l’attaccatura dei capelli dietro la nuca, sbatteva ritmicamente la mia testa verso il suo membro o mi penetrava selvaggiamente nella bocca senza alcun riguardo. Mi piaceva sentire la forza delle mani di Maialone sulla mia testa, accarezzare il suo culo muscoloso mentre spingeva dentro la mia bocca. Sentivo il suo odore di maschio, il suo sudore. Non ero un’esperta del sesso orale. Non era una cosa che praticavo spesso. Lo facevo raramente e non molto volentieri. Potevo contare sulle dita delle mani i pompini che avevo fatto al mio ragazzo in anni di fidanzamento. Non sopportavo sentire i peli nella bocca e non mi piaceva farmi venire in bocca e inghiottire. Eppure il pompino aveva sempre esercitato su di me una strana attrazione. Mi attraeva terribilmente la fantasia erotica di prenderlo in bocca. Forse perché sapevo che gli uomini lo apprezzavano particolarmente. Forse per quella prepotente invasione della intimità orale da parte del sesso maschile. O forse perché era proprio l’atto proibito che nessuno si sarebbe aspettato da una ragazza come me, che aveva la reputazione di ragazza seria, di brava ragazza. Ma se l’idea mi aveva sempre stuzzicata, in quel momento, con quell’uomo che mi costringeva a quel pompino selvaggio, io facevo i conti con la realtà della situazione. Volevo essere, almeno per una volta, trasgressiva al massimo, dominata e sottomessa. Desideravo che lui mi “usasse” nel modo più completo. Mi sentivo bella e perversa. Avevo la consapevolezza di essere una ragazza bella, con una certa personalità, intelligente, orgogliosa, che pretendeva dagli uomini il rispetto della dignità della donna e che poteva avere di più: provare il piacere della sottomissione a quel rozzo maschilista, molto lontano sia fisicamente che per i modi di fare e di pensare dal mio ideale di uomo, per me era il massimo della trasgressione. Dentro di me, scherzo della mia mente in quel momento irrazionalmente perversa, sentivo effettivamente nascere un intenso sentimento di adorazione per quel selvaggio che con la sua aria sporca faceva emergere la parte più primitiva di me. Tentavo di imitare le movenze, lo stile, i mugolii delle pornostar. Mi leccavo le labbra. Facevo tutto questo senza alcun ritegno o imbarazzo, anzi, con devozione. Volevo dimostrargli che non ero soltanto una bella ragazza, ma di essere anche più brava della sua donna. Mi impegnavo al massimo per apparire porca davanti ai suoi occhi. Questa mia sottomissione mi faceva sentire la sua puttana. Adoravo il suo membro ed era una sensazione incredibile. Era la prima volta che facevo il pompino in ginocchio. Con il mio ragazzo era diverso. Lui si distendeva, facevo tutto io... Lo sentivo in mio potere. Facevo la schizzinosa. Provavo una sensazione di disgusto non appena sentivo che stava per venire e allora spesso continuavo con la mano o mettevo in atto il mio “trucco” per non mandare giù. Tutto si esauriva nel giro di qualche minuto. Al contrario, con Maialone ero senza scelta. Era lui che mi penetrava brutalmente nella bocca e regolava a suo piacere, con le mani tra i miei capelli, i movimenti della mia testa. A me non restava altro di attendere che mi inondasse la bocca da un momento all’altro.

A questo si è aggiunto che il mio ragazzo ormai mi stava chiamando al citofono. Io, sentendolo – anche se mi eccitava l’idea che improvvisamente aprisse quella porta e mi sorprendesse in ginocchio davanti a Maialone – istintivamente ho cercato di staccare, ma lui me l’ha impedito, tirandomi per i capelli violentemente con entrambi le mani e iniziando un veloce avanti e indietro dentro la mia bocca.
"Succhiami il membro… Mentre ti scopo la bocca… Ti fotto nella bocca… Te lo avevo detto che il pompino selvaggio è la mia specialità… Questo pompino selvaggio te lo devi ricordare per tutta la vita”. Per un attimo il mio sguardo è andato verso lo specchio dell’armadio. Quel vedermi in ginocchio, schiava sottomessa, con quell’uomo, maschio dominante in piedi, padrone assoluto della situazione, con quel membro che violava a ripetizione, senza alcun ritegno e quasi con disprezzo la mia bocca piena e bagnata, le sue palle che a ogni colpo sbattevano sul mio mento, i miei seni che ballavano ad ogni sua spinta, il movimento dei suoi fianchi e del suo culo possente, scuro e peloso mentre spingeva verso il mio viso candido, mi procuravano scariche di piacere, che manifestavo mugolando al ritmo indiavolato che le sue mani e il suo sesso imprimevano alla mia testa. Per la prima volta sono venuta così: semplicemente succhiando il membro di Maialone, senza alcun contatto fisico con le mie parti intime. Emettevo continui gridolini soffocati mentre lui continuava a scoparmi brutalmente nella bocca come un selvaggio e grugnendo come un porco. I miei gemiti di piacere lo rendevano ancora più animalesco. La mia devozione scatenava i suoi istinti di maschio selvaggio. Tenendo la bocca disponibile e spalancata, attenta a inghiottire in fretta e respirare col naso per non soffocare, con rivoli del suo sperma misto a saliva che fuoriuscivano dai lati della mia bocca e sentivo colare sul mento, lo guardavo in faccia, come dire: "Sei stato bravo... mi hai riempita fino a straripare".

Io ero distrutta. Per la prima volta avevo ingoiato. Mi sentivo stordita. Maialone voleva ancora divertirsi. Prendendomi dai capelli, mi ha ribaltata all’indietro come una bambola (io ho assecondato il movimento per non farmi male), facendomi distendere sul pavimento. Si è messo sopra di me, quasi seduto a cavalcioni sul mio petto, bloccando il mio busto tra le sue ginocchia, ha cominciato a giocare col suo membro e la mia faccia, muovendosi lentamente in modo tale da fare sfiorare il suo buco dai miei capezzoli turgidi. Sentivo il suo peso, respiravo a fatica per la pressione del suo corpo. Poi lui si è disteso sopra il mio corpo, posizionandosi con il suo sesso all’altezza della mia bocca, e ha ripreso a penetrarmi. 
“Per questa volta ti scopo come si deve la bocca… La prossima volta voglio la figa e il culo… Ti sfondo tutta col mio membro… Ti scopo a pecora a modo mio… Ti piace il mio membro… Questa è la scopata senza pietà nella bocca… Sono sicuro che nessuno te lo ha fatto prendere così… E’ così che ti faccio sentire femmina… Ti faccio sentire il maschio selvaggio sopra di te”. Mi ha massacrata. Quando affondava con i suoi colpi, sollecitava al massimo il mio stimolo a tossire, mi schiacciava il viso con la sua pancia. Io mi dimenavo sotto di lui, sbattevo le gambe avanti e indietro, cercavo invano di sollevarlo. Il peso del suo corpo e il suo membro mi stavano soffocando. Mi sono lasciata andare esanime con le braccia aperte, distese sul pavimento. Forse per un istante ho perso i sensi. Forse per la prima volta Maialone ha avuto un attimo di compassione. Ma per un attimo soltanto. Mi ha afferrata ancora una volta dai capelli con i suoi modi poco delicati. Nuovamente in ginocchio davanti a lui. Ero una marionetta nelle sue mani. Maialone ha iniziato a colpirmi in faccia con la sua potente mazza non so quante volte e questo ha contribuito a farmi uscire dal torpore. “Non c’è niente di più eccitante… Schiaffeggiare col mio membro… La tua faccia pulita… Vedere come una brava ragazza… Diventa con me una gran porca… Vedere il tuo volto dolce e delicato… Pieno di sborra… Prendi… Prendi questo… E quest’altro… Così va trattata una porcona come te…”. Nella stanza rimbombavano i colpi del suo membro umido contro il mio volto. E questa è stata un’altra emozione nuova. Ero eccitata pazzamente da quel trattamento. Lui sorreggeva la mia testa dai capelli con una mano e con l’altra mi schiaffeggiava col suo sesso: un atto umiliante normalmente per qualsiasi donna, in quel momento a me dava una sensazione unica di piacere, tanto che, tentando di baciarglielo ripetutamente mentre lui mi colpiva, sono arrivata perfino a sussurrargli con un filo di voce che non c’era niente di più bello ed eccitante per una schiava dell’essere schiaffeggiata col membro dal suo padrone. Questa mia assoluta sottomissione ha dato ulteriore virilità al suo sesso: Maialone si è divertito a bagnarmi in faccia e a strofinarmelo sul volto, lasciandomi col viso tutto imbrattato, con i suoi schizzi ancora densi che penzolavano sul mento prima di cadere e scivolare sul collo.

Finalmente soddisfatto, col sorriso del maschio conquistatore, Maialone mi ha spinta all’indietro con il piede, facendomi cenno con la testa che potevo andare. Mi sono alzata a fatica. Mi sentivo sporca, bagnata, umiliata. Sono andata di corsa in bagno per rimettermi a posto. Avevo le ginocchia indolenzite e arrossite per la posizione, le mascelle e la lingua sfinite. Sentivo il suo odore su tutto il mio corpo. Appena uscita dal bagno, Maialone non c’era più. Confusa, piena di rimorsi, ho raggiunto il mio ragazzo e ho dovuto raccontare balle per giustificare il mio ritardo. Ero a pezzi, mi sentivo in colpa, non lo avevo mai tradito. Pensavo a quello che avevo fatto in quei pochi minuti, a quel pompino selvaggio, dalla prova del tutto in bocca, al pompino-scopata in bocca, alla scopata senza pietà nella bocca, per finire agli schiaffi col membro, e mi vergognavo. Tutto era avvenuto all’improvviso. Da non credere. Per dieci minuti, forse più, ho perso la testa. Avevo ubbidito agli ordini di Maialone senza rendermi conto. Tutto in una strana, ipnotica sottomissione. Poco prima quel sentirmi trasgressiva, perversa, quell’essere trattata come una schiava mi era piaciuta. Una situazione così diversa e istintiva… forte, troppo forte per potere resistere alla tentazione di non lasciarsi andare. Poi, una volta varcata la soglia di quella camera, tutte quelle emozioni erano scomparse per fare posto ai sensi di colpa.

1 commento:

  1. Lady,
    ho letto la tua storia e non sai quanto ho immaginato e desiderato essere al posto di quell'uomo che era con te...
    saremmo impazziti di piacere...

    ti ho aggiunta su msn, spero che tu voglia accettare la mia amicizia ed entrare in contatto con me... non ne vedo l'ora... di parlare e di averti...

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