sabato 4 febbraio 2012

Un ricordo....mmmmm...forse a qualcuno piacerà..

Ero a scuola...qualche anno fa, quando il suono ripetuto della campanella invitava tutti gli studenti nella palestra a recarsi negli spogliatoi.
Odiavo quel momento.
Non mi piaceva il mio corpo e dover entrare in quella stanza piena di specchi mi metteva a disagio.
Mi mettevano a disagio gli sguardi curiosi delle ragazze…
Mi mettevano a disagio i corpi lucidi che uscivano dalle docce fumanti…
Mi mettevano a disagio le domande sulla mia ferita…
Aspettai in un angolo che uscissero tutte le ragazze e quando rimasi nello spogliatoio sola con il mio riflesso mi tolsi gli ultimi indumenti che mi erano rimasti indosso. Senza soffermarmi sul mio corpo ancora immaturo, a tratti quasi maschile, mi avvolsi nel fresco e rigenerante mantello d’acqua: la cabina doccia era immensa, pulita. Nell’aria c’era odore di gelsomino: era il bagnoschiuma di lei.
Per pochi secondi immaginai il suo sguardo e quei suoi occhi verdi e vivaci mi regalarono un brivido che mi percorse la schiena in tutta la sua estensione. Rimasi qualche minuto immobile sotto l’acqua scrosciante e immaginai cosa si provasse ad essere abbracciati da lei. Mi figurai le sue mani che accarezzavano le mia spalle e per una frazione di secondi l’illusione che lei fosse realmente dietro di me mi fece sobbalzare. Mi guardai stupidamente intorno ma non trovai nessuno e con delusione tornai ai miei pensieri. D’un tratto quell’odore di gelsomino s’intensificò a tal punto da diventare quasi palpabile: un paio di mani delicate cominciarono ad insaponarmi la schiena e quella candida schiuma montò rapidamente. Mi voltai con un sorriso imbarazzato e mormorai timidamente un “grazie”. Non appena i miei occhi si tuffarono in quel verde foglia le mia guance si colorarono di un rosso acceso. Lei mi sorrise e poggiò delicatamente la sua mano sulla mia guancia bollente.
“Come va, bella?” - Domandò.
Mossi le labbra in maniera quasi impercettibile e l’unico suono che ne uscì fu un gemito strozzato: la punta delle sue dita aveva preso a danzare sul mio ventre.
Era ciò che avevo sempre desiderato. Non credevo che una semplice chiacchierata, tra una corsa e l’altra, avesse potuto regalarmi una simile occasione.
“Perché non parli?” – Domando ancora, con un sorriso sfacciato.
“Perché non ho nulla da dirti…” – risposi bloccandole la mano.
“Mh…sicura?”
“…o forse ciò che ti vorrei dire è troppo imbarazzante.”
Si avvicinò a me e mi baciò. Mi prese per la vita e mi spinse leggermente verso la parete stringendo il mio corpo tra quella e la sua figura così perfetta. Le sue labbra lasciarono scie infuocate sul mio collo e a tratti la sua lingua assaporava la mia pelle. In quegli attimi così irreali e magici provai un piacere che mai nessuno era riuscito a farmi conoscere. Raccolsi dei baci che continuava a spargere sul mio corpo e a quanto pare si volle spingere molto più giù del seno, s’inginocchiò e allargandomi le gambe insinuò la sua lingua nel mio essere…
Sensazioni assolutamente sconosciute percepì il mio corpo e nel momento in cui mi morse leggermente il clitoride una lacrima carica di emozione sgorgò dal mio sguardo e si unì all’acqua che scivolava sul mio corpo. La punta della sua lingua si muoveva ritmicamente nel mio essere e il piacere divenne tale che divenne difficile tenerlo dentro.
“ah…Ah…”Acuti gemiti si liberarono dalla mia bocca e a quanto pare ne godè anche lei infatti lentamente cominciò ad avvicinare le sue labbra alle mie mentre le sue dita oramai erano in me.
“Sei una stronza” – Ansimai.
“Perché?” – Domandò ridendo quasi.
“perché dopo tanto tempo solo ora ti sei decisa a…AAAAH! Aah! Ah!” – Quella stronza aveva aumentato la velocità della penetrazione regalandomi così un altro orgasmo.
“Godi come una porca…”
“Sei tu che mi fai diventare tale!”
La baciai e ne approfittai per invertire le posizioni perché quel suo comportamento aveva svegliato l’Eros che era in me. Fu colpita da quel gesto ed ebbe solo il tempo di chiedersi cosa stesse accadendo. Oramai la ragazza timida e introversa aveva lasciato spazio ad un’adolescente sicura di sé e terribilmente brava nel sesso…
D’altronde non era altro che sesso…o forse no?
Sentivo il suo corpo vibrare sotto le mie mani e la sua voce, interrotta da gemiti frequenti, implorarmi di continuare.
Era strana la sensazione che in quel momento mi possedeva perché i suoi movimenti, le sue reazioni dipendevano dal moto delle mie dita…Ed era bello.
Sentivo il suo essere pulsare sotto le mia falangi e quando mi decisi ad entrare in lei accadde una cosa inaspettata: la sua mano corse rapida a bloccare la mia. In quel momento fui quasi spaventata dalla sua reazione e mi fece venire un po’ di complessi ad essere sincera..
Si posò nei suoi occhi il mio sguardo interrogativo mentre una punta di terrore si faceva spazio tra le mie pupille.
“Scusami” - Fece lei
“cosa c’è che non va?” – Le chiesi
Per un secondo tutto si fermò. Anche le gocce d’acqua che continuavano incessanti a scivolare sui nostri corpi sembrarono danzare a mezz’aria senza però spostarsi di un millimetro. Ancora quel verde intenso…Mi baciò.
Mi chiese scusa nuovamente e non ci potevo credere che quella ragazza qualche attimo prima mi avesse detto “Godi come una porca…” Era cambiata…così, d’improvviso.
La nostra strana danza continuò ancora per un po’ sotto da doccia e il ritmo era scandito dai nostri gemiti che si alternavano finché arrivate entrambe al culmine esauste ci fermammo.
Quel verde color di foglia…
Quell’odore di gelsomino…
Un mix che ancora oggi riporta alla mia mente quella strana avventura.

1 commento:

  1. un racconto indimenticabile... ti ho aggiunta su msn, spero un giorno d poterci vedere lì...

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